Fargo 5, la stagione delle eroine supertoste

Fargo 5, la stagione delle eroine supertoste

Fargo 5, la stagione delle eroine supertoste


Dot è la stessa paziente fanciulla che, vessata per l’ennesima volta dalla suocera prepotente, minaccerà di farla a pezzi lasciando sbigottita e muta per la prima volta una donna a cui nessuno aveva mai osato opporsi: “Lorraine è il tipo di persona che sa come distruggerti” ha spiegato la Leigh, “è grazie a questo che riesce a gestire un impero. È il tipo di persona che pensa di essere la più intelligente nella stanza. E di solito lo è, e ha tutto sotto controllo, fin quando non succede qualcosa che, inaspettatamente, le fa mancare la terra sotto i piedi”. Fargo è sempre zeppo di personaggi insidiosamente affascinanti e spaventosi: per quanto la presenza della Dot di Juno sia effervescente e rincuorante quando ostenta le sue comoscenze da Black Ops in gonnella, sono le figure del disturbato Ole e dell’agghiacciante Roy a sostare a lungo nei pensieri dello spettatore dopo la visione. Roy è ancora più inquietante perché ha le fattezze di quel Hamm che aveva sedotto il mondo col ruolo del seducente Don Draper in Mad Men Il suo personaggio si ritiene al di sopra della legge e crede di poterla amministrare come vuole, usa e cita la Bibbia come un’arma e la sua spregiudicatezza e senso di superiorità lo rendono la persona più pericolosa e malvagia dello show.

Fargo 5 la stagione delle eroine supertoste

Eppure, a Hamm è piaciuto moltissimo interpretare, per la prima volta, un cattivo assoluto. Sullo sfondo, l’America del 2019, terra di capitalisti e arrivisti, di deboli e prevaricatori, di sessismo e razzismo, un luogo dove le donne vivono nel terrore di abusi e stalking e dove la religione è uno strumento di oppressione. È l’America dove è normale che Lorraine e la sua famiglia si immortalino nel ritratto per la cartolina di Natale imbracciando i fucili. Fargo non perde mai il suo alone di pessimismo. Anzi no, quel pessimismo è mero realismo. Eppure nemmeno in questa stagione lo show perde quella sua strana qualità di reale e surreale insieme. Lo humour nero che lo attraversa è angosciante, l’irruzione della violenza nella cittadina indolente ancora di più. Hawley è impressionante nella sua capacità di rinnovarsi come autore in grado di confezionare storie crudelmente comiche e personaggi oscenamente umani: più che mai, è bravissimo a estrarre il meglio dai suoi interpreti.



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di Lorenza Negri www.wired.it 2023-11-23 15:30:00 ,

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